Micro Onda Group: Prima Accademia al Mondo ad Accettare Pagamenti in Criptovaluta | Rassegna Stampa
Indipendentemente dalle opinioni personali, è innegabile che le criptovalute siano tra i fenomeni digitali, economici e mediatici più rilevanti dell’ultimo anno. La decisione di adottarle è stata guidata dalla passione dei dirigenti: il Presidente Christopher Grassini e il Direttore dei Servizi Generali Amministrativi Dario Grassini, entrambi esperti in Economia Finanziaria, partiti con questo progetto dal 27 Gennaio 2023 con le prime sperimentazioni e le relative versioni Beta Test diventate ufficiali.
Il Presidente stesso afferma: “Utilizziamo il portafoglio eToro Money Wallet. Spesso i nostri clienti preferiscono interfacce ben note come MetaMask o Coinbase, data la loro diffusione e varietà di criptovalute.”
Uno dei problemi principali in Italia per chi accetta criptovalute è la complessità d’uso e la gestione fiscale. “Il nostro servizio risolve questi problemi,” spiega Grassini. “Convertiamo le criptovalute ricevute in euro, trasferiamo tramite circuito SEPA e gestiamo la fatturazione in modo semplice, senza complicazioni fiscali legate alla vendita su un exchange. Il tutto secondo l’ordinamento della Consob.”
Il Direttore aggiunge che è stato deciso di offrire uno sconto a chi paga in criptovaluta, poiché le commissioni sono più basse (circa l’1%) rispetto a PayPal o alle carte di credito. Micro Onda Group accetta criptovalute da oltre un anno e finora circa lo 0,3% dei pagamenti è avvenuto in questa forma. “Il vantaggio è principalmente a livello di immagine,” ammette.
Il trasferimento di denaro è semplice: basta scambiarsi gli estremi del portafoglio digitale. Chi paga invia la somma all’indirizzo della criptovaluta dell’accademia, un’operazione simile all’invio di una email. La transazione è confermata in pochi minuti. Esistono anche sistemi più sofisticati, come le app per cellulare. MetaMask, ad esempio, consente anche a un barista di farsi pagare immediatamente, scansionando un QR Code con lo smartphone del cliente che invierà l’importo previsto.
Altre realtà simili, come alcune palestre o società sportive, seguono lo stesso esempio. La birreria Wild Hops Beer di Reggio Emilia, il Tennis Club di Voghera, e Sport&Fit Gym di Gorizia ne sono alcuni esempi. “Finora nessuno ha pagato in bitcoin,” ammettono dalla palestra, contattata da Wired. “La procedura è semplice: se hai un portafoglio digitale sul telefonino ti mando il mio indirizzo ed è fatta. Il prezzo è lo stesso della versione in euro.” Come già avviene in Germania, negli Stati Uniti o in Canada, dove esistono anche i primi bancomat per criptovalute, è auspicabile che arrivino presto anche in Italia.